L’AVARO
Lello Arena affronta l’arduo tema dell’avarizia impersonando il celebre personaggio di Moliere, Arpagone, l’avaro appunto. Cosa si farebbe per la salvaguardia del patrimonio e della propria ricchezza? Il dubbio attanaglia e accieca Arpagone che rischierà di mettersi contro i propri figli in una serie di intrighi ed equivoci che garantiranno il flusso comico e paradossale della commedia scritta un bel po’ di tempo fa. Un classico del teatro francese ed europeo che Lello Arena mette in scena assieme al regista Claudio Di Palma, dopo aver rappresentato altri famosi testi della drammaturgia di Moliere: Georges Dandin e Tartufo. Questo teatro è solo apparentemente comico, o meglio: la comicità non è mai fine a se stessa, quella è la burla, la facezia. La comicità è vera quando si prende gioco della meschinità e del lato tragico delle situazioni a cui l’uomo è di volta in volta convocato. Nelle parole di Giovanni Macchia in “Il Silenzio di Moliere” la comicità è “una maschera in cui il dolore, dissimulato col riso, diventa smorfia atroce”. Non guardiamo solo il bianco o il nero delle cose: in mezzo c’è un limbo grigio in cui la vita prende forma piena, con sfumature dell’uno e dell’altro.