I Ditelo Voi..Beffardi Buffoni

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iditelovoiterzaBEFFARDI BUFFONI

In primo piano tre tonache, due cotte bianche e una mozzetta rossa. Eccoli là dal dissacrato altare di “Colorado” i tre improbabili preti di Radio Vaticana, o meglio, prego, due sfortunati preti ed un vescovo, Padre Eminem, con quello strano vizio di mollare ai due sottoposti il solito fragoroso schiaffone. Ma schiaffi e benedizioni a parte, i nostri tre si offrono totalmente ai fedeli della risata in uno spettacolo assai vario fatto di creatività, improvvisazione e surrealismo, fino al piacere incontenibile di ridersi in faccia, quasi a ridere del far ridere. Pronti, subito dopo, però, a rileggere i Grandi Classici, dall’Odissea alla Divina Commedia.

Entri così nel mondo stralunato de I Ditelo voi popolato dei più svariati personaggi di taglio fumettistico sorpresi in situazioni più o meno impossibili. I Pulp, anzi “pulpissimi”,  tre killer imbranati che non riusciranno mai ad ammazzare neppure una mosca. E poi Capo, Ciuffo e Baffo, tre figuri da cartone animato, appena usciti dalla parodia dei film di Quentin Tarantino. E ancora i tre reverendi: il già menzionato Eminem con Fra Capucchione e Frallallero. Quando, d’un tratto, dismesse parrucche e costumi di scena, ti sembra di trovarti nel bel mezzo di una rapina ed allora, nell’effetto sorpresa, il surreale fa agio su  tutti e su tutto. Per arrivare, in fine, ad un loro famoso sketch dove, con spericolata prova attoriale anche di improvvisazione,  i nostri beffardi buffoni si producono in esilaranti provini per film da loro stessi scritti e diretti. E senza dire del disturbo continuo a tutta la rappresentazione ad opera di un tal Menechiello, un tizio dall’apparenza sospetta in impermeabile chiaro.

Manfredi, Ferrante ed Esposito, prima di arrivare al grande successo televisivo, hanno fatto una lunga gavetta artistica, a cominciare dal duro esercizio  nei laboratori teatrali e negli stages su uso della voce, tecniche di improvvisazione e mimo e passando per tanti locali d’Italia come quella fucina del teatro cabaret di Roma, La Chanson, dove sono nati i vari Montesano, Troisi, Benigni. Proprio la gavetta, insomma, dei veri grandi comici.